Trattati pedagogici e scuole umanistiche in Italia
Caratteristica precipua dell'Umanesimo è l'affermazione dell'autonomia della ragione e volontà dell'uomo che è artefice ed arbitro di sé stesso. Questa autonomia non è data a priori ma bisogna accedervi. In quest'ottica l'educazione assume un ruolo importante confermata dall'apertura nel Sec. XV di nuove scuole ed alla pubblicazione di molti trattati sull'argomento.
Lo scopo dell'educazione è di preparare a qualsiasi professione esercitabile nella vita pubblica, ma soprattutto deve essere capace di insegnare a "discorrere". Per questo gli umanisti danno notevole importanza all'apprendimento delle lingue classiche che permettono di impadronirsi degli strumenti per esprimere il proprio pensiero, e quindi per ben pensare. Gli autori preferiti sono Quintiliano e Plutarco. Nascono tuttavia dei problemi circa i rapporti tra il latino classico e la lingua volgare usata nel Sec. XV, la difficile combinazione tra ideali greco-romani e quelli cristiani, il problema sull'efficacia effettiva dello studio della classicità per preparare i giovani a vivere in una società diversa da quella antica.
L'educazione umanistica nasce prima in Italia nel Sec. XV per poi estendersi nel secolo successivo a tutta l'Europa.
In Italia le città più attive nell'ambito pedagogico sono Firenze, Roma e Venezia. I temi fondamentali discussi sono: l'importanza da attribuire all'educazione umanistica, i programmi ed i fattori che la realizzano, il problema del luogo più idoneo per svolgerli.
Nell'educazione particolare importanza assumono i genitori, che secondo Pier Paolo Vergerio devono ammaestrare i figli nelle arti liberali. Sarà così che questi potranno rendere grande il nome della famiglia. Autori come Vegio e Alberti ritengono che il nucleo familiare, visto come "prodotto naturale" e Stato in miniatura, sia importantissimo perché valido contesto nel quale si instaura un'educazione caratterizzata dall'esempio dei genitori sulla prole. Vegio scrive: "...Nessuno quindi può eccellere in arte alcuna se non sa valersi più dell'esempio e della viva imitazione, che di qualsiasi scienza o ammonimento. Si presta maggior fede agli occhi che alle orecchie, ed è molto più efficace l'ammaestramento dagli esempi che non quello fornito dai precetti.".
Vegio suggerisce ai genitori di educare i figli alla virtù, alla religione, raccomanda di abituarli a servire a tavola, a camminare silenziosi per strada, a salutare con garbo, a restituire il saluto, interpellare con gentilezza e cortesia, parlare solo quando è necessario ed onorare i più anziani ed i più dotti.
Accanto alla famiglia, particolare importanza viene data da intellettuali, come Guarini, alla scuola.
In contrapposizione alle tendenze medievali, la scuola teorizzata da Guarini, è laica, caratterizzata da un ambiente caldo ed accogliente, articolata in tre corsi: elementare, grammaticale, e retorico. La scuola del Guarini in particolare è luogo di vita comune che coinvolge sia maestro che allievi nella quale sussisteva un clima di collaborazione, di ricerca, e lavoro comune.
La scuola più famosa fu tuttavia quella di Vittorino da Feltre che ha avuto il pregio di far avere un'istruzione adeguata sia a poveri che a ricchi. Nella sua scuola, detta "zoiosa" (dimora di gioia e divertimento) Vittorino da Feltre ospitò solo i ragazzi più capaci ed ingegnosi. L'ideale educativo dell'Umanesimo è la formazione dell'uomo in ogni suo aspetto che si afferma con il suo pensiero e la sua volontà nella società (Alberti, Palmieri).
Lo studio dei classici nella loro genuinità originale e delle arti liberali (grammatica, retorica, storia, poesia, filologia, filosofia, eloquenza), permette l'attuazione di questi ideali. In particolare le discipline liberali, come sostiene Vergerio, sono gli studi degni di un uomo libero, quelli per mezzo dei quali si raggiunge virtù e sapienza;. non va poi trascurato il mantenimento fisico mediante l'educazione fisica.
Per Salutati l'educazione deve formare negli individui la coscienza sociale e politica. L'esigenza d'impedire alla cultura di disintegrare l'unità armonica della persona umana, urta inevitabilmente contro due difficoltà insormontabili: da una parte, la crescente esigenza di specializzazione che si fa sentire tanto maggiore quanto più progrediscono la scienza e la tecnica, dall'altra, il pericolo di scivolare in una cultura superficiale e nozionistica, agli antipodi rispetto allo spirito dell'autentico Umanesimo.
Se in Italia la più cospicua fioritura di opere dedicate specificatamente al problema educativo caratterizza principalmente il Sec. XV, nei paesi d'oltralpe si verifica prevalentemente nel Sec. XVI.
Questo sfasamento di un secolo e la profonda divergenza delle linee tendenziali di sviluppo della storia italiana e delle grandi potenze europee, fanno si che la tematica pedagogica presentata dal Rinascimento europeo (extraitaliano) si presenti alquanto diversa rispetto a quella strettamente umanistica principalmente italiana.
Il Rinascimento europeo, quale risultato della diffusione di un fenomeno inizialmente italiano, nasce già maturo ed ignora il travaglio rivoluzionario da cui trae impulso e caratterizzazione il primo Umanesimo italiano.
In questo momento sta iniziando un periodo di sviluppo economico e politico in Francia e in Inghilterra dove si formano progressivamente le condizioni indispensabili per garantire all'azione educativa quell'impegno "civile" che viene perso di vista contemporaneamente in Italia. In realtà, anche in Francia e Inghilterra, esistono dei limiti allo sviluppo di un'azione educativa civilmente impegnata, dovuti ad una struttura sociale ancora prevalentemente aristocratica..mondo della realta mondodelle idee
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