lunedì 16 marzo 2020

NUOVE PRATICHE EDUCATIVE: UNA NUOVA IDEA DELLA MENTE UMANA

Nel corso del Settecento in tutto il continente europeo, si svilupparono nuove tecniche educative, sia scolastiche che strettamente familiari, e proprio in questo periodo si andarono a configurare le norme pedagogiche attuali.
Una delle maggiori riforme fu il rinnovamento della concezione delle facoltà cognitive, che ebbe tra i suoi ispiratori John Locke: nacque una nuova idea del funzionamento della mente e delle capacità di apprendimento, mettendo in crisi l'idea dell'innatismo, secondo la quale l'uomo sarebbe nato con alcune idee già impresse nella mente. La migliore conoscenza dei processi mentali dell'essere umano portò all'individuazione della conoscenza nell'esperienza e nella capacità sensoriali ed intellettive. 
Da qui nacque l'empirismo, corrente filosofica secondo la quale il mondo debba essere conosciuto strettamente attraverso l'esperienza e attraverso i 5 sensi.

TUTELARE LA SALUTE DEI BAMBINI
Grazie anche alla spinta da parte della medicina infantile, nacque il sentimento di pietà nei confronti dei bambini, e un dovere di tutela e di cura nei loro confronti. Oltre che nella medicina, questa visione di perpetrò anche nella pedagogia: l'infanzia non era più un'età senza scopi, ma l'età dedita all'apprendimento, data la grande facilità di apprendimento che veniva riscontrata. L'infanzia viene adesso concepita come una tappa fondamentale nello sviluppo di un individuo, a cui doveva essere concesso di crescere  in modo sano e di integrarsi in un contesto sociale.
La tutela della salute dei bambini costituiva la migliore garanzia per la loro sopravvivenza e il fondamento di ogni educazione.

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