POTERE INFORMALE E AUTORITÀ
Max Weber individua una forma di potere, che egli descrive come la probabilità che ha un certo soggetto ha di imporre la propria volontà all'interno di una relazione sociale. Esiste dunque una manifestazione generalizzata e informale del potere, consistente nella capacità di ottenere qualcosa contro la volontà altrui, senza necessariamente dover ricorrere a dei comandi espliciti.
Le disuguaglianze nella distribuzione del potere non sono un prodotto esclusivo della società istituzionalizzata, ma hanno una radice più profonda nella natura dei rapporti umani in generale. Il potere non è solo un fatto istituzionale e burocratico: ogni interazione tra gli uomini è in qualche modo aperta all'istaurazione di rapporti di potere.
L’autorità Da un lato ci sono le relazioni di potere informali, che pervadono tutte le interazioni sociali; dall'altro lato ci sono le relazioni di potere istituzionalizzate, cioè rese formali e ufficiali da un sistema di posizioni e di ruoli accettato più o meno da tutti. In quest'ultimo caso, in sociologia si parla preferibilmente di autorità.
Il primo dipende dalla personalità individuale dei singoli, mentre l'autorità è sempre inerente a una certa posizione sociale e dipende quindi dal ruolo che è chiamato a svolgere chiunque occupi quella posizione.
Seconda differenza: mentre il potere informale è un rapporto di fatto (cioè che vale solo nella misura in cui i protagonisti dell'interazione lo fanno attivamente valere ), l'autorità è un potere legittimo ( cioè una forma di potere che viene riconosciuta come valida e accettata da tutti).
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