martedì 9 giugno 2020

DOMANDE A PAGINA 205
1.i processi di deumanizzazione portano alla maggiore adesione alle autorità, alla perdita di razionalità e al compimento di azioni malvagie.
2.Bauman, parlando di Shoah, ha preso in considerazione l'esclusione morale che hanno subito gli ebrei: tutto il contesto di propaganda che gli antisemitisti hanno costruito.
3.Secondo Fromm è proprio la famiglia a generari individui inclini all'oppressione poichè abitua il bambino a stare alle regole e ai dettami famialiari, non ribellandosi.
4.Nuda vita, rappresenta come gli individui siano ridotti ad esseri biologicici, pssedenti solo il loro corpo.

DOMANDE A PAGINA 208
1. la città multiculturale è in ambiente di non incontro, poichè l'individuo tende ad evitare il diverso, quind a non incotrarlo, piuttosto che incontralo.
2. la strategia antropoemica è una strategia che prevede l'esclusione completa di un individuo dalla società, e si distingue dalla antropofogica poichè essa al contrario, toglie l'energia vitale degli individui, ma assimilandoli.
3. gli elementi che favoriscono il comportamento sociale sono di matrice pulsionale.
4. il linguaggio può favorire il comportamento presociale, poichè è alla portata di tutti.
DOMANDE A PAGINA 207
1.il matrimonio può essere monogamico, poliginico e polindrico.
2.si pensa che l'incasto sia stato proibito per garantire il proseguimento della società.
3.il matrimonio può avere scopo economico e di mantenimento della fertilità femminile.
4.il matriarcato è il regime nel quale il poteere è affidato alle donne; la società matriarcale è quella in cui la donna è il centro della vita familiare; la matrifocolarità è quel regime in cui gli uomini sono esclusi dalla vita economica della famiglia.

martedì 21 aprile 2020

Sociologia verifica pagina 227:
1.La moda è:
Un comportamento collettivo.
2.Quali sono le due cause più frequenti dei conflitti, oltre alla divergenza di obiettivi?
Difficoltà nella comprensione delle norme e scarsità di potere politico.
3.Il termine devianza, utilizzato in sociologia:
È un concetto valutativo.
4.Un individuo stigmatizzato è un individuo che:
Agli occhi della società potrebbe deviare in ogni momento.
5.Il controllo sociale formale è costituito da:
Istituzioni quali polizia, tribunali, carceri.

Definisci i seguenti concetti:
1.Comportamento collettivo: Un comportamento collettivo avviene quando un gruppo di individui seguono un comportamento senza una figura di riferimento.
2.Carriera deviante: Avviene quando un individuo intraprende uno stile di vita deviante.
3.Stigmatizzazione: È l’etichetta data ad undividuo che in ogni momento potrebbe deviare.

3.Condivise dalla maggioranza, disapprovazione, devianze, criminalità, conflitti, sanzioni
Domande sociologia

Sociologia testo “istituzionalizzazione complete e austere” pagina 235:

1.La prigione è un’istituzione nata:
Da un modello di apparato collettivo che ha preceduto la legge.
2.La prigione è un castigo egualitario:
Perché riguarda la libertà, posseduta da tutti nella stessa quantità.
3.Lo scopo della prigione è:
Trasformare gli individui.
4.Quali sono i fattori che, secondo Foucault, collegano la prigione all’economia?
Il fattore che collega l’economia alla prigione è che i castighi decisi sono monetizzati in giorni mesi e anni e quindi stabiliscono un equivalenza quantitativa tra un delitto e la durata della pena. 
5.Per quali ragioni la prigione appare agli uomini come un castigo evidente e naturale?
La prigione appare agli uomini come un castigo evidente e naturale perché nella nostra società è naturale l’uso del tempo per misurare gli scambi.
6.Dal mio punto di vista ritengo possibile accostare la prigione alla scuola.
Delle somiglianze sono ad esempio, lo scopo di educare l’individuo, la presenza di regole che bisogna rispettare e in qualche modo una forma di correzione.
Le divergenze tra le due istituzioni sono invece che la scuola non ha obbiettivo punitivo, dopo i sedici anni non c’è obbligo di frequenza e che non è un’istituzione nella quale entri e non hai possibilità di uscita autonoma

giovedì 26 marzo 2020

Persone, etnie, classi e casti


Il corpo

Attraverso il nostro corpo l’individuo sente, percepisce, comunica, soffre e desidera. Il corpo è un mezzo attraverso il quale entriamo in relazione con l’ambiente che ci circonda. Noi comprendiamo il mondo che ci circonda perché il nostro corpo è stato esposto fin dalla nascita alle “regolarità” di quel mondo. Tale comprensione deriva da una forma di ragionamento istintivo e naturale.
Il nostro corpo reagisce di fronte agli stimoli esterni quai sempre in base a modelli che abbiamo imparati dalla cultura nella quale siamo cresciuti. Pierre Bourdieu ha chiamato questa conoscenza “incorporata” habitus. Il nostro habitus varia tanto sulla base delle nostre particolari caratteristiche psicofisiche quanto a seconda dei modelli di comportamento e delle rappresentazioni che noi assimiliamo. Anche le emozioni e i sentimenti sono “incanalati”, cioè “incorporati”. Questo modo di “essere nel mondo”, attraverso il corpo, è culturalmente orientato es è stato fatto oggetto di speciali attenzioni sin dall’antichità. Il nostro corpo è “culturalmente disciplinato”, come ha sottolineato il filosofo Michel Foucault in un suo studio sui meccanismi di controllo e di repressione nell’Europa dell’età moderna.
Il corpo degli esseri umani è “culturalmente disciplinato” e le tecniche che sono preposte all’attuazione di tale dipendono a loro volta dai modelli culturali in vigore. La società cerca di imprimere nel corpo degli individui i “segni” della propria presenza. Gli individui sono esseri sociali. Tatuaggi, pitture, perforazioni, avulsioni di denti ecc. sembrano essere tutte pratiche finalizzate a ciò che alcuni antropologi hanno chiamato “fabbricazione dell’uomo” da parte della società. In Occidente queste pratiche si sono attenuate a partire dall’età moderna. 
Il corpo è da una parte la materia sulla quale la società cerca di imporre una determinata “marca d’identità” e dal punto di vista dell’individuo è anche “un luogo di messa in scena del Sé”, come ha definito David Le Breton.

Ci sono popoli presso i quali mostrarsi nudi o seminudi è ritenuto normale, tanto per gli uomini che per le donne. Per tanti popoli era il caso prima della colonizzazione e oggi è ancora il caso di molte società amazzoniche e dell’Africa subsahariana. Altre culture, pur controllando in maniera rigida le donne sul piano del comportamento sessuale, consentono l’esposizione di parte del corpo femminile che altre culture ritengono troppo provocanti o addirittura “indecenti”. Inoltre, il punto rosso disegnato al centro della fronte di alcune donne segnala che esse sono in età fertile.
Per contro, vi sono popoli presso i quali il corpo femminile deve rimanere nascosto, si devono nascondere per il più possibile allo sguardo degli individui dell’altro sesso e degli estranei. Per questo alcune culture hanno costruito delle vere e proprie “barriere visive”. Il caso più estremo è dato dalla burqa afghana, che noi siamo abituati a chiamare il burqa, al maschile. La burqa ha una lunga storia per lo più sconosciuta in Occidente e, almeno all’origine, non ha nulla di veramente islamico. 
In Occidente è nato anche la moda della tintarella, al punto che l’abbronzatura è diventata una pratica ottenuta spesso con mezzi artificiali. Perché fino agli inizi del Novecento era inconcepibile persino il fatto di spogliarsi per prendere il sole in riva al mare. Però le signore e i gentiluomini non facevano per abbronzarsi. Ombrellini, tende, cappelli, gonnelloni tutto doveva far sì che la pelle rimanesse bianca la più immacolata possibile.  

Emozioni e sentimenti come elementi costitutivi del Sé

Le emozioni e la loro espressione sono aspetti importanti nella costruzione del soggetto umano, in relazione sia al mondo interiore si al mondo esteriore. Nella vita interiore di una persona non sempre è facile distinguere tra sentimenti, emozioni e sensazioni. 
Gli antropologi sono d’accordo che gli stati d’animo non sono universali, o meglio, non sono espressi ovunque nella stessa maniera. Gli emozioni in generale sono sempre modulate in relazione a una serie complessa di fattori: età, genere, posizione sociale, contesto pubblico o privato, concezioni locali della mente e del corpo, nonché le disposizioni individuali che sono alla base di ciò che noi chiamiamo il “carattere di una persona”. I cinesi per esempio sono abituati sin dall’infanzia a mascherare le loro emozioni.
Gli Ifaluk sono un piccolo popolo di un’isola della Micronesia e loro possiedono due nozioni: metagu e song. Il primo termine sta per “paura, il secondo per “collera giustificata”. Questi due termini sono nozioni complementari. Song è quella di un genitore o di un capo verso il trasgressore della norma. Metagu è la risposta appropriata a song. Il bambino ifaluk impara a introiettare il metagu prima possibile, così da poterlo esprimere corettamente e non subire il song di un genitore o di un capo. 
L’espressione del sentimento d’amore tra i beduini egiziani trova un canale privilegiato nella poesia orale. Si pensa che la poesia sia l’unico mezzo con cui tale sentimento può essere espresso in una società in cui l’affetto e l’attrazione sessuale fra una donna e un uomo sono considerati distruttivi per l’ordine sociale, fondato sulla solidarietà tra individui consanguinei e sul rispetto dell’autorità dei più anziani. 

Gli Ilongot possiedono una nozione che serve a esprimere uno stato d’animo che cambia la rabbia, la passione e il dolore: liget. Esso si manifesta quando una persona cara muore inducendo un uomo a desiderare di uccidere un nemico e tagliargli la testa. Liget è la passione. Gli Ilongot con considerano il liget uno stato auspicabile del loro cuore, tutt’altro. Essi lo giudicano un “cattivo sentimento”, opposto alla ponderatezza e alla “conoscenza”, oltre che a una serie di altri stati positivi connessi con la tranquillità del cuore.  La “conoscenza” viene definito come beya e liget e beya sembrano che costituiscono i poli concettuali entro i quali gli Ilongot sviluppano le loro visioni e i loro giudizi relativi alla vita interpersonale ed emotiva, tanto individuale quanto collettiva. 

In generale, gli studi delle emozioni si sono adoperati a tradurre quelle parole che, in determinati contesti sociali, vengono usate per esprimere particolari stati d’animo. Il problema però non è soltanto terminologico, ma si lega a modelli culturali e di comportamento anche molto lontani dai nostri.


 PAROLA E MONDO

Gli individui delle culture fortemente orali hanno una memoria ben salda siccome riescono a ricordare cose che per un individuo alfabetizzato sono spesso impossibili da ricordare senza l’aiuto di una traccia scritta. In certe culture si ritiene che i nomi abbiano un potere sulle cose e sugli essere umani.

 SCRITTURA, ORALITÀ E MEMORIA
La diffusione della scrittura ha inciso sul modo di pensare degli esseri umani. Prima della scrittura e della sua diffusione, le tecniche di memorizzazione erano diverse. Laddove la scrittura è assente, 
si ricorre a tecniche mnemoniche. Queste tecniche però tendono a produrre effetti omeostatici, la memoria tende cioè ad eliminare tutto ciò che non ha interessa per il presente. La scrittura, quando comparve e si diffuse, rappresentò un “addomesticamento del pensiero”. Essa ebbe tre importanti rilessi sul pensiero: facilità lo sviluppo e la diffusione del pensiero astratto e dei suoi strumenti logici e linguistici; favorisce un ampliamento della memoria; permette di analizzare e definire, confrontare e ricordare sequenze argomentative e logiche.

I MEDIA E LA NUOVA “COMUNICAZIONE GLOBALE”
Dagli anni Settanta iniziarono a diffondersi i media. I media sono produttori di cultura, nel senso che orientano comportamenti, gusti, valori, costumi, idee politiche, religiose, estetiche. La televisione divenne la più importante tra tutti i media. Essa è un mezzo facilmente accessibile e di amplia portata e per questo motivo è un mezzo culturalmente influente. Ciò che arriva dai media ha un potere tale da condizionare sempre e comunque l’agire dei singoli.

LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO
Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell’ordine della natura. L’etnoscienza è lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale. Tali conoscenze possiedono gradi di sistematicità e di coerenza notevoli, sebbene differenti e meno esatti di quelli elaborati dalla scienza moderna. Due antropologi americani, Berlin e Kay, fecero un’analisi sulla classificazione dei colori e giunsero a tre conclusioni: tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore, la terminologia cromatica di base si sviluppa secondo una linea precisa, il numero dei termini per indicare i colori sono in relazione con la complessità culturale e tecnologica della cultura in questione.



 TEMPO E SPAZIO: DUE CATEGORIE DELLA MENTE
Due categorie fondamentali sono il tempo, le relazioni di anteriorità, contemporaneità e successione tra eventi, e lo spazio, le relazioni di contiguità, lontananza e vicinanza tra fenomeni. Tempo e spazio, come affermò il filosofo Immanuel Kant, costituiscono delle istituzioni a priori universali e questa capacità percettiva rappresenta la funzione primaria della nostra attività mentale. Infatti senza di essa non si potrebbe dare forma al pensiero. Da questa affermazione, si possono trarre delle conclusioni:
•non possiamo pensare al di fuori di un tempo e di uno spazio;
•tempo e spazio sono dimensioni costitutive di qualunque modo di pensare;
•tutti gli esseri umani hanno ben chiaro che esistono un prima, un dopo e un adesso.
Secondo Emile Durkheim il tempo e lo spazio sono delle istituzioni sociali, è quindi lo stile di pensiero di una società a determinarne la definizione di tempo e spazio, in base al contesto in cui vive. In molte società esiste un doppio legame temporale e si tratta di società rurali che sono state inglobate in sistemi statuali a base urbana e commerciale.
Le intuizioni del tempo e dello spazio precedono ogni esperienza e la rendono possibile. Al di là delle loro universalità, queste intuizioni sono influenzate dal contesto culturale e dal sistema cognitivo di appartenenza: avremo così categorizzazioni spaziali e temporali qualitative o quantitative.
Pensare, comunicare, classificare


 IL PENSIERO: CONCRETO E ASTRATTO
I modi di comunicare sono diversi da cultura a cultura, anche se non esiste un modello rigido all’interno di nessuna di esse. A modi di comunicare diversi corrispondono modi di pensare diversi. Il pensiero si divide in concreto, ossia un pensiero che ha come fondamento l’esperienza, è affatto, ossia un pensiero che elabora generalizzazioni e concetti al di là delle proprietà fisiche. La comunicazione invece si divide in orale, ossia ogni comunicazione che utilizza come mezzi la voce e il linguaggio parlato, e scritta, ossia la comunicazione che usa segni convenzionali come mezzi per fissare e trasmettere il linguaggio. Tutti gli esseri umani sono dotati più o meno delle stesse capacità sensoriali e intellettuali e, se vi sono differenze tra loro, queste di manifestano all’interno di tutte le culture e non tra le culture. Lévi-Strauss osserva nel suo libro le differenze tra il pensiero primitivo è quello moderno. Nel pensiero primitivo gli aspetti speculativi, riflessivi e teoretici sono utilizzati solo per ordinare esperienze concrete. In quello scientifico moderno sono usati anche in contesti astratti.


COMUNICAZIONE ORALE E COMUNICAZIONE SCRITTA

Fino a non molto tempo fa esistevano le cosiddette società a oralità primitiva. Si tratta di società che non conoscevano alcuna forma di scrittura. Oggi queste società non esistono più. Esistono però delle società i cui componenti sanno che cos’è la scrittura ma non la usano o raramente.
La scrittura comparve in Mesopotamia con il popolo dei sumeri ed è conosciuta come scrittura cuneiforme. La scrittura alfabetica risale al XIV secolo a. C. e fu inventata dai fenici.
Gli attuali cantastorie e poeti hanno un modo di recitare simile a quello dei poeti-cantori dell’antichità   e trasmettono i loro testi attraverso metodi orali. Per imparare le storie essi si affidato a tecniche mnemoniche.

 QUESTIONI DI INTELLIGENZA

Tutti gli esseri umani possiedono analoghe potenzialità intellettuali e esse prendono direzioni diverse a seconda del contesto sociale e culturale. Esse si dividono in:
•astrazione: capacità di isolare un aspetto da un complesso di elementi;
•categorizzazione: capacità di raggruppare gli elementi in gruppi;
•induzione: capacità di procedere dallo specifico al generale ;
•deduzione: capacità di passare dal generale allo specifico.


Queste capacità vengono adattate a diverse strategie funzionali, le quali dipendono da fattori sociali, culturali, psicologici, affettivi. Gli individui provenienti da ambiti culturali diversi, si rapportano al mondo sul piano cognitivo diversamente. Questi stili cognitivi oscillano tra due estremi ideali: uno stile cognitivo globale e uno stile cognitivo articolato. Il primo è caratterizzato da una disposizione cognitiva che parte dalla totalità del fenomeno per giungere agli elementi di cui si compone. Lo stile articolato parte dalla considerazione dei singoli elementi per giungere poi alla totalità. Tutti gli esseri umani attualmente tendono a comportarsi a seconda delle situazioni in cui si trovano a esercitare la propria attenzione e ragionamento.