giovedì 26 marzo 2020

 PAROLA E MONDO

Gli individui delle culture fortemente orali hanno una memoria ben salda siccome riescono a ricordare cose che per un individuo alfabetizzato sono spesso impossibili da ricordare senza l’aiuto di una traccia scritta. In certe culture si ritiene che i nomi abbiano un potere sulle cose e sugli essere umani.

 SCRITTURA, ORALITÀ E MEMORIA
La diffusione della scrittura ha inciso sul modo di pensare degli esseri umani. Prima della scrittura e della sua diffusione, le tecniche di memorizzazione erano diverse. Laddove la scrittura è assente, 
si ricorre a tecniche mnemoniche. Queste tecniche però tendono a produrre effetti omeostatici, la memoria tende cioè ad eliminare tutto ciò che non ha interessa per il presente. La scrittura, quando comparve e si diffuse, rappresentò un “addomesticamento del pensiero”. Essa ebbe tre importanti rilessi sul pensiero: facilità lo sviluppo e la diffusione del pensiero astratto e dei suoi strumenti logici e linguistici; favorisce un ampliamento della memoria; permette di analizzare e definire, confrontare e ricordare sequenze argomentative e logiche.

I MEDIA E LA NUOVA “COMUNICAZIONE GLOBALE”
Dagli anni Settanta iniziarono a diffondersi i media. I media sono produttori di cultura, nel senso che orientano comportamenti, gusti, valori, costumi, idee politiche, religiose, estetiche. La televisione divenne la più importante tra tutti i media. Essa è un mezzo facilmente accessibile e di amplia portata e per questo motivo è un mezzo culturalmente influente. Ciò che arriva dai media ha un potere tale da condizionare sempre e comunque l’agire dei singoli.

LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO
Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell’ordine della natura. L’etnoscienza è lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale. Tali conoscenze possiedono gradi di sistematicità e di coerenza notevoli, sebbene differenti e meno esatti di quelli elaborati dalla scienza moderna. Due antropologi americani, Berlin e Kay, fecero un’analisi sulla classificazione dei colori e giunsero a tre conclusioni: tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore, la terminologia cromatica di base si sviluppa secondo una linea precisa, il numero dei termini per indicare i colori sono in relazione con la complessità culturale e tecnologica della cultura in questione.



 TEMPO E SPAZIO: DUE CATEGORIE DELLA MENTE
Due categorie fondamentali sono il tempo, le relazioni di anteriorità, contemporaneità e successione tra eventi, e lo spazio, le relazioni di contiguità, lontananza e vicinanza tra fenomeni. Tempo e spazio, come affermò il filosofo Immanuel Kant, costituiscono delle istituzioni a priori universali e questa capacità percettiva rappresenta la funzione primaria della nostra attività mentale. Infatti senza di essa non si potrebbe dare forma al pensiero. Da questa affermazione, si possono trarre delle conclusioni:
•non possiamo pensare al di fuori di un tempo e di uno spazio;
•tempo e spazio sono dimensioni costitutive di qualunque modo di pensare;
•tutti gli esseri umani hanno ben chiaro che esistono un prima, un dopo e un adesso.
Secondo Emile Durkheim il tempo e lo spazio sono delle istituzioni sociali, è quindi lo stile di pensiero di una società a determinarne la definizione di tempo e spazio, in base al contesto in cui vive. In molte società esiste un doppio legame temporale e si tratta di società rurali che sono state inglobate in sistemi statuali a base urbana e commerciale.
Le intuizioni del tempo e dello spazio precedono ogni esperienza e la rendono possibile. Al di là delle loro universalità, queste intuizioni sono influenzate dal contesto culturale e dal sistema cognitivo di appartenenza: avremo così categorizzazioni spaziali e temporali qualitative o quantitative.

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