lunedì 16 marzo 2020

L'EDUCAZIONE INTELLETTUALE



Le nuove condizioni relative alle facoltà cognitive dell'uomo richiedevano un aggiornamento dei metodi di insegnamento e dei programmi scolastici: nacque così l'educazione dell'intellettuale, ovvero un'educazione specifica di contenuti. Infatti, prima di queste riforme l'educazione era abbastanza sterile, e si limitava a fornire un'educazione generale e poco utile.
Dunque, la riforma stette nel fornire a chiunque, non solo ai grandi ricchi, una cultura ampia e specializzata.
Inoltre divenne obbligatorio l'insegnamento del latino come seconda lingua d'eccellenza (le materie venivano fatte in volgare).
La religione, però, rimaneva ancora di grande influenza.


LA FORMAZIONE DEL CARATTERE

Secondo Locke, lo scopo dell'educazione era quello di formare un giovane che si sapesse comportare: il gentelman, un uomo dotato di valori morali.  Oltre che a scuola, l'educazione ai valori morali doveva avvenire a casa, da parte della famiglia: era il padre o il precettore ad insegnare il buon comportamento e le buone maniere.
Anticipando alcuni principi pedagogici di Rosseau, Locke  sosteneva che il bambino si dovesse muovere, che il suo corpo dovesse essere abituato all'aria aperta.
 L'educatore rappresenta le leggi alle quali l'allievo deve sottostare, e a cui deve sottomettere la propria volontà per sapere gire e decidere in forma autonoma.
Le punizioni fisiche erano ovviamente abolite.
L'azione del precettore doveva essere moderata e paziente, nel rispetto delle capacità e dell'interesse dell'educato, sulla linea delle pedagogie di Ratcke e Comenio.



Locke e Rousseau : confronto tra educazione del Gentleman e del Buon Selvaggio


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